I media hanno digerito poco la vittoria degli euroscettici.
Si tratta di formazioni di estrema destra, dicono, fasciste, addirittura naziste, antisemite ed antiislamiche, come se le due cose coincidessero, contrarie all'immigrazione, al dialogo, al confronto.
Come al solito fanno un gran calderone, mischiando molte palle e qualche verità, al solo fine di confondere tutto.
Fra gli euroscettici ci sono estremisti di destra antisemiti, è vero, ma l'antisemitismo è largamente presente, purtroppo, anche nelle istituzioni UE e nei partiti che fanno dell'europeismo la loro bandiera. Basti pensare ai vari gemellaggi fra città italiane e Gaza, ai soldi che la UE regala ai “palestinesi” (e che non si sa bene come vengano spesi), alle condanne “europeiste” del muro che divide gli israeliani dai "palestinesi", ed impedisce sanguinosi attentati. Fra gli euroscettici, oltre agli antisemiti, ci sono anche liberali, democratici filoisraeliani, come gli olandesi di Wilders e, pare, gli inglesi dell'UKIP. Quanto alla ostilità all'Islam, perché dovrebbe essere qualcosa di “estrema destra”, addirittura di “nazista”? E “nazista” non volere la lapidazione delle adultere, la pena di morte per apostati e bestemmiatori, l'infibulazione, la poligamia, il taglio della mano per i ladri? E, per passare ad un altro spauracchio agitato dai media, è “nazista” opporsi ad una immigrazione senza limiti e regole? E' “estremismo di destra” pretendere che gli immigrati accettino e rispettino il nostro modo di vivere, le nostre tradizioni, i nostri valori?
Fa parte di questa generale mistificazione la assimilazione, senza riserve e distinzioni, del M5S agli ”euroscettici”.
Il movimento di Grillo ha preso, è vero, posizioni molto critiche nei confronti dell'europa, ma NON ha mai proposto l'uscita dall'euro. Grillo è riuscito nel miracolo di chiedere a gran voce un (impossibile) referendum sull'euro senza dire quale sarebbe stata la sua indicazione di voto. Il demagogo genovese inoltre non ha detto una sola parola contro l'immigrazione clandestina e non ha mai nascosto le sue simpatie per l'Islam e la sua fortissima ostilità nei confronti di Israele. Ha addirittura paragonato la Shoah alla loggia P2, cosa per cui meriterebbe di essere preso a calci in culo a vita. Più che agli euroscettici di “destra” il movimento di Grillo assomiglia alla lista Tsipras e all'estremismo di sinistra dei centri sociali.
In realtà il cavallo di battaglia del “grillismo” non è stato, e non è l'euroscetticismo, è stato, è, e sarà il giustizialismo forcaiolo.
Grillo è, prima di ogni altra cosa, l'uomo del “dalli all'untore”, il teorico dei processi mediatici, il demagogo che divide il mondo in “onesti” (noi) e “papponi” (tutti gli altri). Per questo la sua sconfitta è un fatto molto positivo. Con Grillo sono stati sconfitti personaggi come Flores D'Arcais, o Marco Travaglio, o Michele Santoro, o Sabina Guzzanti, tipini che considerano il garantismo una sorta di ideologia mafiosa. E la sconfitta di Grillo è anche la sconfitta dei tantissimi giustizialisti forcaioli che ci sono nel PD, di tutti coloro che si sono detti “indignati”, ed hanno “provato vergogna” quando Berlusconi ha contaminato, con la sua sola presenza, la sacra sede del loro partito.
Certo, un PD al 40% non mi piace, per niente, anzi, mi fa paura. La situazione non è affatto bella, tutt'altro. Però è una situazione in cui una alternativa è ancora possibile. Una situazione difficilissima ma non disperata, soffocante. E, coi tempi che corrono questo consente un minimo, solo un minimo, di ottimismo.
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