lunedì 11 agosto 2014

LA VIOLENZA




"La violenza genera solo violenza, la violenza non risolve nulla, tutto è perduto con la guerra, tutto può essere risolto con la pace". Gli slogan dei pacifisti, quelli veri, sono moltissimi, ed alcuni appaiono anche, a prima vista, convincenti, di certo coinvolgenti.
In effetti io ho tutto il diritto di detestare la violenza, e, se aggredito, di porgere, evangelicamente, l'altra guancia.
Ma, se la violenza non riguarda solo ME ma anche gli ALTRI? In questo caso il mio rifiuto della violenza non rischia di trasformarsi, esso pure, in una forma di violenza?
Sto passeggiando in riva al mare, ad un tratto vedo un bruto che sta violentando una bambina, è probabile che la uccida, dopo aver abusato di lei. Cosa devo fare? Cercare con dolci parole di convincere il bruto a smetterla? E se quello continua imperterrito? E' o non è GIUSTO impedirgli, anche CON LA VIOLENZA, di continuare? E se la uso, in questo caso, la violenza, posso dire che essa sia stata “inutile”? Non ha forse salvato una vita innocente?

Nel 1940, dopo aver sconfitto la Francia, Hitler era praticamente il padrone dell'Europa continentale. Stalin era ben felice dei suoi rapporti amichevoli col dittatore nazista, gli Usa non pensavano di intervenire, solo la Gran Bretagna continuava a resistere.  Dalla sua posizione di forza HItler offrì la pace alla Gran Bretagna. "Statevene pure tranquilli nella vostra isoletta", disse agli inglesi, "tenetevi pure buona parte del vostro impero coloniale, noi tedeschi ci accontentiamo dell'Europa". Generoso, no? Churchill rispose picche. La Gran Bretagna avrebbe continuato la guerra, fino alla sconfitta definitiva della Germania nazista. Per fortuna, di tutti.

La guerra provoca vittime, vero, verissimo, molte vittime innocenti. Ma anche la pace ne provoca.
La shoà avvenne in tempo di guerra ma era del tutto scollegata dalle vicende belliche.
I massacri dello stalinismo, dalla “eliminazione del kulak in quanto classe” all'holodomor ucraino, sono avvenuti, tutti, in tempo di pace, nel silenzio del mondo. Lo stesso si può dire per i milioni di vittime del comunismo maoista e per il massacro, operato da Pol Pot, di un quarto circa della popolazione cambogiana. Se la guerra fa vittime anche la pace non scherza...

Viva la guerra quindi? NO, ovviamente. La guerra non è un valore, mai. Però a volte può essere un tristissimo strumento per evitare che di valori fondamentali si faccia strame.
Con tutto il rispetto, pregare per i cristiani massacrati in Iraq, ed in Siria, ed in tanti altri paesi dominati dal findamentalismo islamista senza cercare minimamente di DIFENDERLI, mi sembra una insopportabile forma di ipocrisia.


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