sabato 2 agosto 2014

IL CAFFE'





Passeggiavo in un centro commerciale, qualche giorno fa. Ad un tratto ho visto... cos'era? Una donna, credo, anche se, pensandoci bene, avrebbe potuto essere un uomo, magari imbottito di esplosivo. Però doveva essere una donna. Una donna in nikab. Le uniche parti del corpo che le si vedevano erano le mani e gli occhi. Completamente velata con il pesante vestito nero che le arrivava sino ai polsi e alle caviglie, solo una sottilissima striscia lasciava liberi gli occhi, consentendole di vedere il mondo.
Passeggiava ed osservava le vetrine che esponevano jeans attillati, civettuoli e semi trasparenti  vestitini,  minigonne sexy, come se si trattasse di cose che in qualche modo potessero interessarle. Accanto a lei un uomo elegantemente vestito, di certo il marito padrone. Ad un tratto lui è entrato in un negozio di abbigliamento maschie. La donna lo ha atteso fuori, obbediente.
Poi mi sono venute in mente tante cose. Chi ha mai visto, oltre al marito, quella donna sorridere? Chi conosce le espressioni del suo volto?
Il volto, nulla come il volto ci caratterizza in quanto umani. Il volto umano, incredibilmente plastico, capace di infinite espressioni e sfumature. Quella donna non lo ha, il volto, se non quando è a casa, sola col marito  padrone. Esattamente come non ha un corpo, forme, fattezze, se non per lui. 
E, una donna così conciata può fare una escursione in montagna, o una nuotata? Può praticare degli sport? Se ha un figlio può baciarlo, fuori di casa?
Però, li per li, non ho pensato a queste cose. “Se le venisse voglia, ora, si proprio ora, di prendere un caffè, potrebbe farlo quella donna in nikab?” Si, ho pensato al caffè.
Prendere un caffè, una cosa banale, per noi. Passeggiamo, ci viene voglia di prendere un caffè, entriamo in un bar e lo ordiniamo. Tutto normale, semplice, mera quotidianità. Ma per quella donna no. Per lei una simile quotidianità è qualcosa di impensabile. Entrare in un bar, non parliamo poi di un ristorante o di una pizzeria, sarebbe per lei una autentica rivoluzione.
Dovrebbero pensarci i teorici del “dialogo” ad oltranza, sempre e comunque, su tutto. Ma la loro caratteristica è una congenita incapacità di pensare.

1 commento:

  1. io lo trovo semplicemente disumano; come possano delle donne nate libere, in occidente, convertirsi per poi mettersi quelle forme di mortificazione e degradazione dell'essere umano, ispirato da puro odio verso le donne, non lo capirò mai.
    Eppure, ci sono donne che adorano i loro carnefici. Sarà per questo, forse, per puro masochismo, che gli fa produrre adrenalina ed emozioni, immagino.
    Gente da curare, se esistesse la cura.
    Ma la gente sana, quella che non ha voglia di provare l'emozione della schiavitù e della degradazione, che non si eccita ad essere mortificata, che dovrebbe fare, lasciarsi trascinare da costoro?
    No, care convertite, no. Ci deve essere un limite al diritto alla perversione.

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