sabato 2 aprile 2022

TAIWAN

 


Possiamo esserne certi.
Se la Cina invadesse Taiwan subito una schiera di sapientoni inizierebbe a pontificare.
“Taiwan è da sempre parte della Cina”, direbbe uno. La cosa è inesatta ma si tratta di dettagli.
“Gli USA hanno armato Taiwan e questa minaccia la Cina”, aggiungerebbe un secondo.
“E’ vero”, esclamerebbe un terzo, “Taiwan è parte di una manovra che mira ad accerchiare la Cina”.
Un professorone esperto in economia, geopolitica, fisica quantistica, filosofia teoretica, gastronomia e stronzologia comparata si alzerebbe dicendo con voce stentorea: “Taiwan è governata dai fascisti!”
Un professorino specializzato in culinaria e teoria della complessità replicherebbe: “forse i governanti di Taiwan non sono tutti fascisti ma di certo la democrazia a Taiwan ha molte lacune”. Invece in Cina è perfetta.
Tutti strillerebbero: “Taiwan ha dato asilo a Chiang Kai Shek, un nemico mortale della libertà”. Mao ne era invece un fulgido difensore.
Una militante di qualche collettivo femminista rivoluzionario direbbe singhiozzando. “A me interessa il lato umano della vicenda. Aiutando Taiwan l’occidente prolunga la guerra e questa fa aumentare i morti. Fermiamo i guerrafondai americani!”
Suo figlio, sempre singhiozzando aggiungerebbe: “In ogni caso Taiwan non può resistere alla invasione cinese. Fornendo armi a Taiwan ne prolunghiamo l’agonia”.
Una leggiadra fanciulla sentenzierebbe: “la guerra non si ferma con armi! Difendendosi Taiwan non fa altro che aggiungere violenza alla violenza”.
“L’Italia deve restarne fuori!” Strillerebbero in molti. “Ce lo impone la costituzione”.
“Volete portare il mondo alla terza guerra mondiale per difendere un’isola priva di importanza?” Direbbe un anziano signore con espressione contrita.
“l’occidente deve ritirarsi, non può sostenere il confronto con la Cina mantenendo le attuali posizioni”. Direbbe una docente in filosofia esperta in strategia geopolitica. E aggiungerebbe: “se non si ritira l’occidente è responsabile dei morti che la guerra provoca”.
Tutti farebbero precedere le loro dottissime affermazioni da queste parole: “io non sono con Xi JinPing… però…”
PS. Nel suo ottimo libro “Fermare Pechino” Federico Rampini, uomo di sinistra che dice cose intelligenti e largamente condivisibili da ogni persona di buon senso, ricorda che Taiwan è la prima produttrice al mondo di semi conduttori. In quella piccola isola è concentrata la produzione mondiale di circa il 60% dei semi conduttori. I semi conduttori sono quei cosini senza i quali nella nostra società non funziona praticamente nulla: dai telefonini agli aerei, dagli elettrodomestici alle auto, dai missili alle attrezzature sanitarie.
Proviamo a pensare come andrebbero le cose se questa isola “senza importanza” cadesse nelle mani di quel simpaticone di Xi Jinping…
Ah… dimenticavo ogni riferimento alla situazione attuale dell’Ucraina è puramente casuale. Certi “argomenti” (si fa per dire) sono interscambiabili, dettagli a parte. Valgono per l’Ucraina, ma possono valere per Taiwan come per gli stati baltici o per la Polonia… a scelta.




1 commento: