TRASIMACO
Tutti i profondissimi, eruditissimi, estremamente complessi discorsi dei finti pacifisti (i pacifinti) si riduco a questo: Se sei aggredito da chi è più forte non ti difendere e dagli tutto ciò che vuole.
Non devi lottare, non devi chiedere aiuto, devi solo cedere, subito, senza neppure tentare una qualche difesa. Se non lo fai sei TU il responsabile delle sofferenze che accompagnano ogni conflitto.
Cosa significa tutto questo? Molto semplice: nei rapporti fra gli stati vale la LEGGE DEL PIU’ FORTE. Chi è più forte ha diritto alla aggressione, chi è più debole non ha diritto di difesa.
Ok, prendiamone atto. E’ questo ciò che pensano i pacifinti, però, di grazia, lo dicano chiaramente e ci risparmino le chiacchiere sulla “pace”, il “dialogo”, le “trattative”, la “complessità” eccetera eccetera. Nei rapporti internazionali vale la legge della giungla, punto.
Però, a pensarci bene, perché questa legge dovrebbe valere solo nelle relazioni internazionali? Se uno stato ha il diritto di invaderne un altro perché mai un individuo non dovrebbe avere il diritto di aggredirne un altro? Se non si deve aiutare uno stato aggredito a difendersi perché mai si dovrebbe prestar difesa ad una ragazza minacciata di stupro? O ad un ottantenne preso a pugni da un teppista giovane e forte che si vuole impossessare del suo portafoglio? Se la forza è legge sia legge sul serio, a tutti i livelli!
I pacifinti probabilmente non lo sanno, ma hanno un illustre predecessore: Trasimaco, il protagonista, insieme a Socrate, del primo libro della “Repubblica” di Platone.
Rispondendo alla domanda di Socrate su cosa sia la giustizia Trasimaco afferma: “giustizia è l’utile del più forte”. Chiaro no? Se Tizio è più forte di Caio è “giusto” che Tizio malmeni, derubi, al limite uccida Caio. La Russia è più forte dell’Ucraina quindi è “giusto” che le città ucraine siano assediate e bombardate. Se invece un missile ucraino manda a fondo una nave russa questo è molto ”ingiusto”, degno di biechi “guerrafondai”.
Quasi tutta la filosofia politica occidentale rifiuta la definizione di giustizia di Trasimaco, ma questo non turba probabilmente i sonni dei pacifinti. Il sofista Trasimaco, nella rappresentazione, non si sa quanto corrispondente al vero, che ce ne dà Platone nel primo libro della “Repubblica”, è il leader teorico dei vari Capuozzo, Feltri e Liguori. Non so se lo conoscono. In ogni caso, se lo tengano.
ASIMMETRIA
Fra le tante cose che i sedicenti “equidistanti” non capiscono spicca il carattere asimmetrico della guerra in corso.
Non si tratta della mancata distinzione fra aggredito ed aggressore, invasore ed invaso, si tratta di qualcosa di più, e ancora più grave.
Se la Russia dovesse perdere questa guerra, la “sconfitta” (non sono casuali le virgolette) per lei si ridurrebbe a far tornare a casa i suoi soldati. La “sconfitta” non farebbe perdere alla Russia un centimetro del suo territorio, non le imporrebbe la rinuncia ad un metro cubo del suo gas, ad un grammo delle sue materie prime. Non sarebbe seguita da nessun umiliante accordo di pace.
Per l’Ucraina il discorso è completamente diverso. La sconfitta (senza virgolette) porterebbe alla fine dell’Ucraina come stato indipendente.. Una Ucraina sconfitta si trasformerebbe nel migliore dei casi in uno stato fantoccio, nel peggiore in una regione della grande Russia.
Nessuno definisce la Russia una non – nazione. Putin definisce invece non – nazione l’Ucraina.
Nessuno cercherebbe di “derusificare” una Russia “sconfitta”. Una Ucraina sconfitta verrebbe invece brutalmente “deucrainizzata”.
Se i russi fossero costretti a lasciare l’Ucraina nessuno ucraino torcerebbe un capello a Putin (questo semmai avrebbe da temere un colpo di stato nel suo paese).
Se i russi conquistassero Kiev con tutta probabilità Zelens’kyj finirebbe appeso ad una forca.
Mi sembrano differenze sostanziali.
Ma in tanti si ostinano a non capirle.
DOMANDA RETORICA?
Come tutti sanno, o dovrebbero sapere, l’Ucraina ha restituito alla Russia 1900 testate atomiche, ricevendo in cambio la formale assicurazione che la sua integrità sarebbe sempre stata rispettata. Sappiamo come sono andate le cose.
Oggi Putin minaccia addirittura l’uso di atomiche “tattiche” contro gli ucraini.
Eppure stamattina ho dovuto sentire il senatore Gasparri, di Forza Italia, affermare che “per fortuna l’Ucraina non ha più le testate nucleari” se no… chissà cosa avrebbero fatto quei guerrafondai di ucraini. (chissà forse in quel caso non ci sarebbe stata invasione da parte russa).
Vittorio Feltri dal canto suo è molto dispiaciuto per l’affondamento dell’incrociatore russo. Ora Putin si incazza e vedrete cosa succede!
Feltri ha cominciato a strillare "resa" dal primo minuto di guerra. In buona compagnia: Capuozzo, Liguori, Sansonetti, Travaglio, Rizzo, Fusaro, D’Alema eccetera eccetera. Mai si era vista una simile armata Brancaleone della “pace” (cimiteriale).
In questi giorni ho chiesto più di una volta a chi teorizza la resa: “direste lo stesso se ad essere sotto assedio fossero Milano o Roma?”.
Pensavo si trattasse di una domanda retorica. Credevo che in questo caso i sostenitori della “pace” (cimiteriale) in Ucraina sarebbero stati per la resistenza armata.
Sbagliavo, comincio a pensare.
Certi personaggi con tutta probabilità consegnerebbero le chiavi dell’Italia al primo invasore di turno. Tutto per la “pace” (cimiteriale) perbacco!
Se poi l’invasore ci ricompensa con qualche prebenda… meglio!
C’è chi la libertà la merita e chi no...
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