Detesto
il negazionismo ed i negazionisti, ma sono contrario a trasformare in
reato il negazionismo dell'olocausto. Una tesi storica, per quanto
aberrante, non può essere considerata reato, non si può imprigionare uno
studioso, o presunto tale, solo perché sostiene che una certa verità
storica non è tale. Le tesi storiche, esattamente come le teorie scientifiche
e filosofiche, si combattono al livello delle idee, dell'analisi e
della confutazione teorica, non nelle aule dei tribunali. Del resto, se
si considera reato negare l'olocausto non si vede perché non si dovrebbe
considerare reato la negazione dei Gulag e dei crimini di Stalin, o di
quelli di Mao e di Pol Pot, o il genocidio degli Armeni. Ed ancora: cosa
bisognerebbe sostenere per incorrere nel reato di “negazionismo”? Si
dovrebbe negare l'olocausto o basterebbe sostenere che ha avuto
dimensioni inferiori a quelle che conosciamo? Negare un certo evento
relativo alla Shoah implicherebbe il reato di negazionismo, o no?
La proposta di trasformare in reato il negazionismo dell'olocausto ha
poco a che vedere con la lotta all'antisemitismo. Rientra piuttosto in
una tendenza estremamente pericolosa che pretende di trasformare in
reato quelle che sono e restano semplici opinioni, detestabili alcune,
discutibili altre, ma comunque, sempre, opinioni. Oggi c'è chi pretende
che sia reato considerare malattia, o peccato, l'omosessualità, o
sostenere che la religione islamica sia incompatibile con la democrazia;
domani le pretese potrebbero ampliarsi ancora, fino a distruggere quel
che resta in occidente della libertà di parola e di pensiero.
Ben altre cose che riguardano gli amici ebrei andrebbero considerate
reato. Dovrebbe essere reato bruciare le bandiere israeliane nelle
pubbliche manifestazioni, marciare insieme a giovanotti mascherati da
uomini bomba, e dovrebbe essere reato esaltarli, gli uomini bomba,
quando si fanno esplodere nelle pizzerie e nelle discoteche. Dovrebbe
essere reato equiparare la stella di Davide alla svastica, come fanno
tanti ragazzotti dei centri sociali, e dovrebbe essere reato teorizzare
la distruzione dello stato di Israele. Si, chi nega l'olocausto nega che
ci sia stato un crimine, chi teorizza la distruzione di Israele incita
altri a compiere un crimine, esalta il crimine. Questo si che dovrebbe
essere considerato un reato, una apologia di genocidio! E, quanti di
coloro che si vogliono trasformare in crimine il negazionismo dovrebbero
essere inquisiti se si trasformasse in crimine la teorizzazione della
distruzione di Israele!
Dietro alla proposta di criminalizzare
il negazionismo, come dietro alla incredibile vicenda dei funerali di
Priebke, si cela una contraddizione grande come una casa. A scendere in
piazza contro la salma di un boia nazista sono in larga misura quelli
che detestano Israele, che nascondono il loro antisemitismo dietro alla
maschera dell'antisionismo, che sostengono che Israele non ha diritto di
esistere, e tanto meno ne ha di difendersi quando è aggredito da chi lo
vuole distruggere. Molti di coloro che piangono per gli ebrei
massacrati 70 anni fa sono gli stessi che vanno a braccetto con chi gli
ebrei li vuole massacrare OGGI. Non credo che gli amici ebrei si faranno
ingannare da questi sepolcri imbiancati.
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