mercoledì 16 ottobre 2013

SUL NEGAZIONISMO ED I FALSI AMICI DEGLI EBREI

Detesto il negazionismo ed i negazionisti, ma sono contrario a trasformare in reato il negazionismo dell'olocausto. Una tesi storica, per quanto aberrante, non può essere considerata reato, non si può imprigionare uno studioso, o presunto tale, solo perché sostiene che una certa verità storica non è tale. Le tesi storiche, esattamente come le teorie scientifiche e filosofiche, si combattono al livello delle idee, dell'analisi e della confutazione teorica, non nelle aule dei tribunali. Del resto, se si considera reato negare l'olocausto non si vede perché non si dovrebbe considerare reato la negazione dei Gulag e dei crimini di Stalin, o di quelli di Mao e di Pol Pot, o il genocidio degli Armeni. Ed ancora: cosa bisognerebbe sostenere per incorrere nel reato di “negazionismo”? Si dovrebbe negare l'olocausto o basterebbe sostenere che ha avuto dimensioni inferiori a quelle che conosciamo? Negare un certo evento relativo alla Shoah implicherebbe il reato di negazionismo, o no?
La proposta di trasformare in reato il negazionismo dell'olocausto ha poco a che vedere con la lotta all'antisemitismo. Rientra piuttosto in una tendenza estremamente pericolosa che pretende di trasformare in reato quelle che sono e restano semplici opinioni, detestabili alcune, discutibili altre, ma comunque, sempre, opinioni. Oggi c'è chi pretende che sia reato considerare malattia, o peccato, l'omosessualità, o sostenere che la religione islamica sia incompatibile con la democrazia; domani le pretese potrebbero ampliarsi ancora, fino a distruggere quel che resta in occidente della libertà di parola e di pensiero.

Ben altre cose che riguardano gli amici ebrei andrebbero considerate reato. Dovrebbe essere reato bruciare le bandiere israeliane nelle pubbliche manifestazioni, marciare insieme a giovanotti mascherati da uomini bomba, e dovrebbe essere reato esaltarli, gli uomini bomba, quando si fanno esplodere nelle pizzerie e nelle discoteche. Dovrebbe essere reato equiparare la stella di Davide alla svastica, come fanno tanti ragazzotti dei centri sociali, e dovrebbe essere reato teorizzare la distruzione dello stato di Israele. Si, chi nega l'olocausto nega che ci sia stato un crimine, chi teorizza la distruzione di Israele incita altri a compiere un crimine, esalta il crimine. Questo si che dovrebbe essere considerato un reato, una apologia di genocidio! E, quanti di coloro che si vogliono trasformare in crimine il negazionismo dovrebbero essere inquisiti se si trasformasse in crimine la teorizzazione della distruzione di Israele!

Dietro alla proposta di criminalizzare il negazionismo, come dietro alla incredibile vicenda dei funerali di Priebke, si cela una contraddizione grande come una casa. A scendere in piazza contro la salma di un boia nazista sono in larga misura quelli che detestano Israele, che nascondono il loro antisemitismo dietro alla maschera dell'antisionismo, che sostengono che Israele non ha diritto di esistere, e tanto meno ne ha di difendersi quando è aggredito da chi lo vuole distruggere. Molti di coloro che piangono per gli ebrei massacrati 70 anni fa sono gli stessi che vanno a braccetto con chi gli ebrei li vuole massacrare OGGI. Non credo che gli amici ebrei si faranno ingannare da questi sepolcri imbiancati.

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