E
così Grillo se la prende con gli italiani. Troppi italiani vivono di
politica, e di spesa pubblica, afferma Grillo:
“Esistono
due Italie,
la prima, che chiameremo Italia A, è composta da chi vive di
politica, 500.000 persone, da chi ha la sicurezza di uno stipendio
pubblico, 4 milioni di persone, dai pensionati, 19 milioni di persone
(da cui vanno dedotte le pensioni minime che sono una vergogna). La
seconda, Italia B, di lavoratori autonomi, cassintegrati, precari,
piccole e media imprese, studenti. La prima è interessata
giustamente allo status quo. Si vota per sé stessi e poi per il
Paese. Nella nostra bandiera c'è scritto Teniamo
famiglia".
Insomma,
c'è l'Italia degli assistiti, o dei parassiti, e quella degli
emarginati, ovvio che i parassiti cerchino di mantenere intatti i
loro privilegi, e votino di conseguenza.
C'è un grammo di verità
nel discorso di Grillo. In effetti in Italia molta, troppa gente vive
di spesa pubblica e questo è letale per l'economia. Ma si tratta del
tipico granello di verità che rende più credibili le
menzogne.
Grillo se la prende con chi vive di spesa pubblica,
ma, forse che fra chi lo ha votato alle ultime elezioni non c'è un
pensionato, o un dipendente pubblico? Solo i lavoratori produttivi
votano, o hanno votato Grillo? I casi sono due: o i voti che Grillo
ha perso sono voti di parassiti, e allora fino a ieri molti parassiti
votavano per Grillo, o sono voti di persone che parassiti non sono, e
allora il discorso di grillo è fondato sul nulla.
Perché
grillo ce l'ha tanto con i pensionati? La maggioranza dei pensionati
la sua pensione se la è pagata accumulando contributi per decenni,
NON
SI TRATTA DI PARASSITI.
Sono semmai molti “precari” e cassa integrati a vivere di spesa
pubblica, spesso a ricevere assistenza dall'INPS, assistenza pagata
coi contributi di chi lavora e cerca di costruirsi una pensione
decente. E' molto strana la logica di Grillo. Per lui è un parassita
chiunque abbia uno stipendio garantito, anche se quello stipendio
remunera un lavoro produttivo.
Grillo propone il salario
di cittadinanza.
A tutti devono essere garantiti 1000 euro mensili, indipendentemente
dal fatto che lavorino e producano. E poi ha il coraggio di
polemizzare contro l'Italia A, quella che per lui vive di
politica!
Non basta inveire contro chi vive di spesa pubblica.
Occorre trasformare il lavoro improduttivo in lavoro produttivo,
ridurre l'area dell'assistenza ed aumentare quella del lavoro vero.
Per tutto questo occorrono investimenti, tecnologia, energia,
infrastrutture, occorre insomma crescita
economica.
Ma è proprio lui, Beppe Grillo, a cianciare di “decrescita
felice”, è lui ad opporsi a qualsiasi opera pubblica, a
demonizzare qualsiasi infrastruttura!
Molti esponenti del PD
in questi giorni affermano compiaciuti: “Grillo paga il prezzo
della non scelta”. Il suo errore sarebbe stato di non appoggiare
Bersani. Per questi personaggi una alleanza con Grillo sarebbe stata
assolutamente positiva. Molto interessante il loro modo di ragionare.
Potevamo allearci con Grillo, lui ci ha rifiutati e così ci siamo
alleati col Pdl. Tutto è interscambiabile. Costruire il Tav o
bloccarlo, favorire la crescita o la decrescita felice, ridurre la
pressione fiscale o istituire il salario di cittadinanza. Cose
equivalenti! Non c'è da stare troppo allegri.
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