mercoledì 11 marzo 2015

RUBY

La assoluzione definitiva di Berlusconi per il caso “Ruby” dimostra solo che in Italia ci sono ancora dei giudici che fanno i giudici. Magistrati che valutano in base agli articoli del codice e non alle passioni politiche, o alle pulsioni moralistiche. Non dimostra però che in Italia esiste una funzione, o un potere, giudiziario che sia, almeno nella sua stragrande maggioranza, davvero non politicizzato e rigorosamente imparziale. Se così fosse il "caso Ruby" non avrebbe neppure dovuto aprirsi. Non avrebbe neppure dovuto aprirsi per il semplicissimo, banale, motivo che un uomo o una donna andrebbero giudicati in base alle prove, non alle simpatie o alle antipatie che suscitano, o al fatto che certi loro comportamenti possano apparire discutibili.

Tutto il caso Ruby è stato caratterizzato da una ambiguità di fondo. Il cavaliere avrebbe commesso un reato solo se avesse avuto dei rapporti sessuali a pagamento con una diciassettenne, ma di questi non è mai stato esibito lo straccio di una prova. Far sesso di gruppo in casa propria, pagare delle ragazze "disinibite", fare eventualmente sesso con loro sono cose che possono non piacere, ma non costituiscono reato, piaccia o non piaccia la cosa ai signori Santoro, Travaglio o Flores D'Arcais.
I forcaioli lo hanno detto e ripetuto: non si stanno processando i costumi sessuali di Berlusconi ma il suo favoreggiamento della prostituzione.
Però, visto che di questo favoreggiamento non esisteva prova alcuna, si tiravano fuori le intercettazioni piccanti, i racconti di ragazze che facevano lo strip, o baciavano il pene di una statuetta di legno eccetera eccetera.
Insomma, a chi chiedeva prove si rispondeva con le storielle per guardoni, a chi affermava che essere, eventualmente, protagonisti di storielle per guardoni non è un reato penale si rispondeva che non erano queste ad essere sotto inchiesta.
Ora, per fortuna, questa brutta storia è finita.
Non credo che la assoluzione di Silvio Berlusconi avrà conseguenze politiche importanti. Forse sbaglio ma sono convinto che la sua parabola politica sia terminata. Sarà la storia a dare un giudizio definitivo sul suo operato, e penso che non sarà un giudizio troppo negativo.
Resta la consolazione di sapere che in Italia è ancora possibile essere giudicati qualche volta, se si ha fortuna, da giudici degni di questo nome.

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