E' l'istituto più odiato dai giustizialisti, sto parlando della
prescrizione del reato.
Vorrebbero
tempi di prescrizione lunghissimi, praticamente infiniti. Non conta
quando hai commesso un reato, dicono, conta se lo hai commesso, e se
lo hai commesso devi essere punito, punto e basta. E non va loro giù
che la prescrizione intervenga dopo che il processo ha avuto inizio.
Citano addirittura gli Stati Uniti d'America, dove i termini di
prescrizione si interrompono appena è stata emessa la sentenza di
rinvio a giudizio. Si, è proprio così, negli Usa la prescrizione si
interrompe dal momento in cui il sospettato è rinviato a giudizio,
ma, quali sono i termini di prescrizione negli Stati uniti
d'America?
Un delitto che comporta la pena dell'ergastolo è sempre perseguibile, altri delitti legati all'uso della violenza sono perseguibili entro CINQUE ANNI. I delitti meno gravi infine sono perseguibili entro UNO O DUE ANNI. Esclusi i delitti gravissimi si tratta, come si vede, di termini assai ristretti. Nel momento in cui inizia il processo però i termini di prescrizione si interrompono, e si evitano in questo modo eventuali manovre dilatorie. Questo non fa si che l'imputato debba passare lunghi periodi nella “zona di nessuno” in cui necessariamente vive chi è sottoposto a procedimento penale. Negli Usa infatti i processi sono piuttosto rapidi. Le udienze sono quotidiane, i giurati vivono praticamente da reclusi, impossibilitati addirittura a leggere i giornali o a guardare la TV, questo perché chi è chiamato a giudicare della vita di un essere umano deve formarsi la propria convinzione in base a ciò che emerge dal dibattimento, non dai talk show televisivi o dai predicozzi di giornalisti alla Travaglio. La differenza con quanto avviene in Italia è lampante. Un giudice popolare italiano ascolta oggi un teste, fra due mesi un altro, fra sei mesi la requisitoria del PM e fra otto l'arringa del difensore. Se tutto va bene fra un anno entrerà in camera di consiglio. E' difficile pensare che in questo modo il giudice popolare italiano possa maturare una convinzione ponderata sulla base di quanto emerge dal dibattimento. Si aggiunga che negli Usa il pubblico accusatore non è, come in Italia, un collega del giudice, che la difesa contribuisce alla selezione della corte giudicante, che, nei processi per reati gravi, i giurati devono decidere alla unanimità e ci si renderà conto che in quel paese il processo penale, anche se esclude i tre gradi di giudizio automatici, è molto più garantista che nel nostro.
Ma, a parte ogni tecnicismo, quale è la filosofia che sta dietro l'istituto della prescrizione, che i forcaioli di ogni tipo odiano? La risposta è semplicissima, la si può riassumere in una sola parola: garantismo. Garantismo che vale a tre livelli.
In primo luogo, una persona non può essere indagata a vita. Se sei indagato vivi in una situazione di estrema provvisorietà. Se cerchi lavoro tutto diventa più difficile se è in corso un procedimento giudiziario a tuo carico, se il lavoro lo hai già le prospettive di carriera si complicano terribilmente. Chi è indagato ha diritto che in tempi ragionevolmente brevi il suo caso si chiuda. Ha diritto a questo anche chi è stato offeso dall'eventuale azione criminosa dell'indagato. Insomma, una giustizia rapida è nell'interesse di tutti, meno che dei criminali e dei calunniatori di professione.
In secondo luogo, a meno che non si tratti di reati gravissimi, nessuno può essere chiamato a rispondere di cose avvenute molto tempo prima, con tutte le difficoltà di ricordare eventi, nomi, situazioni.
Infine, ed è la cosa più importante di tutte, i termini di perseguibilità tendono ad impedire che qualche solerte magistrato possa perseguitare un cittadino andando a spulciare nella sua vita passata in cerca di qualche reato. II magistrato deve indagare su specifiche ipotesi di reato, non andare alla ricerca di reati, Tizio può essere indagato solo se esiste il fondato sospetto che abbia commesso o sia implicato in uno specifico crimine. Così almeno avviene nei paesi civili.
Il progetto di legge del governo Renzi che ha ricevuto ieri la prima approvazione alla camera prevede un allungamento dei termini di prescrizione per i soli reati di corruzione e di pedofilia. A parte ogni considerazione generale sull'istituto della prescrizione, ciò che appare incredibile è che si proponga un allungamento della stessa solo per alcuni reati. Forse che prendere una mazzetta è più grave che scippare una vecchia pensionata? Uno stupratore è meno criminale che un pedofilo? Se per i reati A e B la legge prevede la stessa pena, poniamo 10 anni, come è possibile che i termini di prescrizione di A siano diversi da quelli di B? In Italia la prescrizione è commisurata alla pena prevista per certi crimini, se A è più grave di B si aumenti la pena per A, e questo farà innalzare i termini di prescrizione. Elementare vero?
Si, è elementare ma non lo si fa, forse perché sarebbe difficile sostenere che un consigliere comunale disonesto sia socialmente più pericoloso che uno stupratore. E così si aumentano i termini di prescrizione solo per certi reati, quelli collegati a particolari campagne mediatiche.
E' così che funzionano le cose in Italia, purtroppo. Le leggi vengono fatte sull'onda del clamore suscitato da certe inchieste. La magistratura indaga sulle grandi opere e si fa una legge, l'ennesima, sugli appalti. Emergono casi di corruzione e si fa una ennesima legge anticorruzione; ormai ne sfornano una ogni sei mesi, più o meno, e i casi di corruzione aumentano comunque. Un processo termina con la assoluzione per prescrizione e si allungano i termini della stessa per quel particolare reato.
Un delitto che comporta la pena dell'ergastolo è sempre perseguibile, altri delitti legati all'uso della violenza sono perseguibili entro CINQUE ANNI. I delitti meno gravi infine sono perseguibili entro UNO O DUE ANNI. Esclusi i delitti gravissimi si tratta, come si vede, di termini assai ristretti. Nel momento in cui inizia il processo però i termini di prescrizione si interrompono, e si evitano in questo modo eventuali manovre dilatorie. Questo non fa si che l'imputato debba passare lunghi periodi nella “zona di nessuno” in cui necessariamente vive chi è sottoposto a procedimento penale. Negli Usa infatti i processi sono piuttosto rapidi. Le udienze sono quotidiane, i giurati vivono praticamente da reclusi, impossibilitati addirittura a leggere i giornali o a guardare la TV, questo perché chi è chiamato a giudicare della vita di un essere umano deve formarsi la propria convinzione in base a ciò che emerge dal dibattimento, non dai talk show televisivi o dai predicozzi di giornalisti alla Travaglio. La differenza con quanto avviene in Italia è lampante. Un giudice popolare italiano ascolta oggi un teste, fra due mesi un altro, fra sei mesi la requisitoria del PM e fra otto l'arringa del difensore. Se tutto va bene fra un anno entrerà in camera di consiglio. E' difficile pensare che in questo modo il giudice popolare italiano possa maturare una convinzione ponderata sulla base di quanto emerge dal dibattimento. Si aggiunga che negli Usa il pubblico accusatore non è, come in Italia, un collega del giudice, che la difesa contribuisce alla selezione della corte giudicante, che, nei processi per reati gravi, i giurati devono decidere alla unanimità e ci si renderà conto che in quel paese il processo penale, anche se esclude i tre gradi di giudizio automatici, è molto più garantista che nel nostro.
Ma, a parte ogni tecnicismo, quale è la filosofia che sta dietro l'istituto della prescrizione, che i forcaioli di ogni tipo odiano? La risposta è semplicissima, la si può riassumere in una sola parola: garantismo. Garantismo che vale a tre livelli.
In primo luogo, una persona non può essere indagata a vita. Se sei indagato vivi in una situazione di estrema provvisorietà. Se cerchi lavoro tutto diventa più difficile se è in corso un procedimento giudiziario a tuo carico, se il lavoro lo hai già le prospettive di carriera si complicano terribilmente. Chi è indagato ha diritto che in tempi ragionevolmente brevi il suo caso si chiuda. Ha diritto a questo anche chi è stato offeso dall'eventuale azione criminosa dell'indagato. Insomma, una giustizia rapida è nell'interesse di tutti, meno che dei criminali e dei calunniatori di professione.
In secondo luogo, a meno che non si tratti di reati gravissimi, nessuno può essere chiamato a rispondere di cose avvenute molto tempo prima, con tutte le difficoltà di ricordare eventi, nomi, situazioni.
Infine, ed è la cosa più importante di tutte, i termini di perseguibilità tendono ad impedire che qualche solerte magistrato possa perseguitare un cittadino andando a spulciare nella sua vita passata in cerca di qualche reato. II magistrato deve indagare su specifiche ipotesi di reato, non andare alla ricerca di reati, Tizio può essere indagato solo se esiste il fondato sospetto che abbia commesso o sia implicato in uno specifico crimine. Così almeno avviene nei paesi civili.
Il progetto di legge del governo Renzi che ha ricevuto ieri la prima approvazione alla camera prevede un allungamento dei termini di prescrizione per i soli reati di corruzione e di pedofilia. A parte ogni considerazione generale sull'istituto della prescrizione, ciò che appare incredibile è che si proponga un allungamento della stessa solo per alcuni reati. Forse che prendere una mazzetta è più grave che scippare una vecchia pensionata? Uno stupratore è meno criminale che un pedofilo? Se per i reati A e B la legge prevede la stessa pena, poniamo 10 anni, come è possibile che i termini di prescrizione di A siano diversi da quelli di B? In Italia la prescrizione è commisurata alla pena prevista per certi crimini, se A è più grave di B si aumenti la pena per A, e questo farà innalzare i termini di prescrizione. Elementare vero?
Si, è elementare ma non lo si fa, forse perché sarebbe difficile sostenere che un consigliere comunale disonesto sia socialmente più pericoloso che uno stupratore. E così si aumentano i termini di prescrizione solo per certi reati, quelli collegati a particolari campagne mediatiche.
E' così che funzionano le cose in Italia, purtroppo. Le leggi vengono fatte sull'onda del clamore suscitato da certe inchieste. La magistratura indaga sulle grandi opere e si fa una legge, l'ennesima, sugli appalti. Emergono casi di corruzione e si fa una ennesima legge anticorruzione; ormai ne sfornano una ogni sei mesi, più o meno, e i casi di corruzione aumentano comunque. Un processo termina con la assoluzione per prescrizione e si allungano i termini della stessa per quel particolare reato.
In un paese civile il legislatore dovrebbe valutare, nel fare le leggi, le esigenze generali del paese, indipendentemente
dall'emergere di fatti clamorosi. Così non è, in Italia. Da noi si fa una legge non
perché si ritiene che questa sia utile al paese, ma perché una
folla urlante la reclama, o la reclamano i conduttori di Talk show.
Tutto questo ha poco a che vedere con la democrazia e nulla con la democrazia liberale. Ma, questo interessa poco. Purtroppo.
Tutto questo ha poco a che vedere con la democrazia e nulla con la democrazia liberale. Ma, questo interessa poco. Purtroppo.
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