Prendiamo due temi di discussione e dibattito politico: la guerra in Ucraina ed il riscaldamento globale. Come li affrontano i media?
Sulla guerra in Ucraina sui media c’è o quanto meno c'è stata, una autentica pluralità di voci. In innumerevoli talk show e dibattiti televisivi abbiamo assistito alle esibizioni di fior di filo putiniani. Ne conosciamo tutti gli argomenti ormai: la Nato che vuole “circondare” la Russia, il “genocidio” in Donbass, la “guerra per procura” ed altre simili facezie. Personaggi ridicoli come il professor Orsini sono ospiti fissi su Rai 3, e tanto basta direi.
Avviene lo stesso per il riscaldamento globale? Qualcuno ha mai potuto assister ad un dibattito televisivo in cui si confrontassero, pacatamente e con serietà, posizioni diverse sull’argomento, sostenute da persone davvero esperte in materia? La risposta è NO. Al massimo, in qualche rarissima occasione sono stati concessi a qualche critico del “gretismo” pochi minuti nei quali tra l’altro non gli è neppure stato permesso di esprimere la propria posizione perché subito interrotto da strilli e provvidenziali “spazi pubblicitari”. Personaggi del calibro del professor Zichichi, un tempo molto presente in trasmissioni di divulgazione scientifica, sono letteralmente scomparsi dai teleschermi, scienziati di fama mondiale come Rubbia o il professor Prodi non vi compaiono mai. In compenso dobbiamo succhiarci le idiozie di personaggi come Mario Capanna o Alfonso Pecoraro Scanio che ogni tanto riemergono dal nulla per ricordarci che “il capitalismo” prepara la “fine del mondo climatica”. Non parliamo poi di quella grandissima esponente del pensiero scientifico chiamata Greta Thunberg le cui farneticazioni sono continuamente riportate dai media.
Per farla breve, malgrado il clima di intolleranza che si sta diffondendo sempre più nel paese, in Italia si può ancora discutere di molte cose. Se ne discute male, spesso con faziosità, spesso chi dice cose sgradite viene continuamente interrotto, ma comunque può in qualche modo quanto meno far sapere al popolo bue che su un certo tema esistono posizioni diverse. Sul riscaldamento globale NO. Di questo proprio non si parla, non si discute, non ci si confronta. Che il mondo stia “bruciando” è una verità certificata che nessuno ha il diritto di mettere minimamente in discussione. Dire che forse la situazione non è così grave come la si presenta, che forse non è proprio certo che la causa di tutto siano le attività umane, che forse le soluzioni adottate non sono davvero efficaci, ecco, dire cose simili sui media è praticamente impossibile.
E mentre tace il dibattito razionale infuria la propaganda. La pubblicità ci parla suadente di prodotti “sostenibili”. Tutto deve essere “sostenibile”: dalle carote allo stoccafisso, dai libri alle abitazioni. E severi censori ci invitano a comportamenti “responsabili”: Non sprecate acqua ci dicono severi, non sciacquate i piatti prima di metterli nella lavastoviglie. Non mi stupirei se fra un po’ ci invitassero a non farci più la doccia o a non usare il bidet, ovviamente per “la salvezza del pianeta”.
Insomma, al silenzio della ragione si accompagna il frastuono della propaganda persuasiva. Che di solito genera mostri.
Greta thumberg tra l'altro corrisponde, in Italia a colei o colui che ha la terza media. O meglio la quinta elementare, visto che le scuole non le ha neppure finite. Ma s'è beccata il dottorato honoris, in barba a chi studia.
RispondiEliminaIl riscaldamento globale è causato da un fenomeno chiamato 'interstadiale'. Dura quel che deve durare, poi vien rimpiazzato dallo stadiale, che è il raffreddamento globale.
RispondiEliminaTipo le stagioni ma con tempi più lunghi.