sabato 27 aprile 2013

LO PSICODRAMMA



Militanti di base” che chiedono ansiosamente, o furiosamente: “perché?”, alcuni piangono, altri gridano, in molti occupano le sezioni, moltissimi urlano: “non fatelo!”. Quadri intermedi che vanno dai “grandi capi” a chiedere soccorso: “non riusciamo a farlo digerire, questo accordo” affermano costernati. E i più “duri” fra i “grandi capi”, quelli contrari all'accordo, scuotono la testa: “ecco, vedete? “ dicono rivolti ai dialoganti, “la base non ci segue, stiamo (state) sbagliando tutto”...
Lo psicodramma in atto in questi giorni nel PD mi ricorda un altro psicodramma, legato ad un evento ben più importante che non la formazione del governo Letta. Mi riferisco al crollo del comunismo ed alla scelta dell'allora PCI di rinunciare al suo “glorioso” nome. Anche allora protest
e, urla, pianti, rivolta della base. Ed anche allora una buona dose di “comprensione” da parte di molti “democratici progressisti” colpiti dal “sincero travaglio” del popolo comunista.
Però, dietro a quel “sincero travaglio”, dietro ai pianti ed agli strilli stava una esperienza storica costata MOLTE DECINE DI MILIONI DI CADAVERI al genere umano. Stava il sistema dei Gulag descritto splendidamente da Solgenicyn, stavano la eliminazione del Kulak in quanto classe ed il gran balzo in avanti, l'holodomor in Ucraina e la grande rivoluzione culturale proletaria in Cina, i processi farsa, le confessioni estorte con la tortura e la allucinante vicenda cambogiana; e stava, soprattutto, la protesta di interi popoli che di quella esperienza storica non ne potevano più, letteralmente. Il “sincero travaglio” dei militanti del PCI avrebbe fatto infuriare o sbellicare dalle risate un ungherese o un polacco, un rumeno o un cambogiano. Induceva invece a pensose considerazioni tanti pseudo intellettuali italici.

Le grandi ideologie totalitarie sono fatte così: anche quando crollano e tutti possono constatarne il carattere criminale lasciano rimpianti, nostalgie, senso di vuoto. E' dura rinunciare all'assoluto, alla fine della storia, alla trasfigurazione angelica dell'uomo. E' dura passare dalla contestazione globale all'azione moderata e pragmatica volta a riformare il sistema. Le ideologie prometeiche uccidono ma affascinano, coinvolgono gli esseri umani nel cervello, nel cuore, e nella pancia. E quando il cervello si rende conto che non è il caso di continuare a seguirle, il cuore, e, soprattutto, la pancia, si ribellano. E vanno alla ricerca di altri assoluti, in formato ridotto, piccoli assoluti, piccole ideologie prometeiche, piccoli totalitarismi in miniatura.
E se questi non bastano, li si può integrare con un assoluto negativo. Se non c'è più il fine glorioso verso cui convergere con tutte le forze, può esserci un nemico assoluto, una incarnazione del male, contro cui lottare, sempre con tutte le forze..
Ecologismo mistico, adamantina onestà, pacifismo terzomondista: la sinistra italiana ha cercato tanti piccoli assoluti con cui sostituire il grande, terribile assoluto che ha adorato per decenni. Ma soprattutto è riuscita a costruirsi un perfetto assoluto negativo: un uomo che riassume in se quanto di peggio può esistere al mondo, un uomo con cui ogni dialogo è precluso, ogni accordo impossibile, ogni legittimazione criminosa.
Ora il PD, che di questa sinistra è il partito più forte, è costretto a dialogare con questo demonio, deve addirittura farci un governo. E allora riecco lo psicodramma, le urla, i pianti, la rabbia.
Ed ecco l'urlo: “mi fa schifo!”.
Beh, se ne facciano una ragione, crescano, diventino laici. E si ricordino che se a loro fa schifo governare col Pdl, a molti del Pdl può fare un po' di nausea governare con loro. Però bisogna cercare di farlo, perché la crisi del paese è tragica e non la si può superare con le risse ideologiche.
Forse, finito lo psicodramma, avremo un paese un po', solo un po', migliore.

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