sabato 13 aprile 2013

PRODI E GRILLO

 

Prodi è fra i candidati dei grillini alla presidenza delle repubblica, l'unico che abbia serie possibilità di farcela. Come mai tanta simpatia di Grillo per Prodi?
Prodi è stato implicato in molti affari poco chiari, e Grillo è uno per cui un sospetto equivale ad una verità. Grillo è, per usare un eufemismo, un euro scettico, uno che spara a zero contro la moneta unica. Prodi è stato il principale artefice dell'ingresso dell'Italia nell'euro, ci ha imposto anche la famosa tassa per l'Europa per avere il privilegio di essere nel gruppo dei fondatori della moneta unica. Prodi ha accettato un tasso di conversione lira-euro assolutamente svantaggioso per l'Italia e favorevole invece alla Germania, è l'uomo della commissione europea, è vicino al mondo finanziario europeo, ai poteri forti contro cui Grillo spara a zero, insomma, dovrebbe essere uno dei bersagli preferiti delle sparate grilline, invece Grillo lo vuole alla presidenza della repubblica, come mai?
Tralascio varie ipotesi "dietrologiche" sui rapporti fra Prodi e Casaleggio e tento una spiegazione politica.
Molti criticano Grillo per avere perso la grande occasione di far fuori il mostro di Arcore. Una bella alleanza Grillo Bersani e il gioco sarebbe stato fatto: il cavaliere finiva in galera o comunque fuori dalla politica. Pare che il comico genovese stia perdendo consensi per non aver colto al volo una occasione tanto ghiotta. Ora può cercare di rimediare. Vota Prodi insieme al PD e il mortadella diventa capo dello stato. Prodi conferisce l'incarico a Bersani, gli permette di presentarsi alle camere e li i grillini fanno in qualche modo passare la fiducia, magari vanno tutti al bagno al momento del voto, o si danno malati o altre simili piacevolezze. Il "governo del cambiamento" inizia ad operare e per prima cosa vara i provvedimenti che tutto il paese attende, quelli che consentiranno l'uscita dalla crisi, che ridaranno fiato all'economia: ineleggibilità di Berlusconi, allungamento dei termini di prescrizione, norme forcaiole sulla incandidabilità, magari anche solo degli indagati. Inoltre, qualche elemosina per chi muore di fame, finanziata da nuove tasse e, ovviamente, blocco di tutte le grandi opere, a cominciare da Tav e terzo valico: le infrastrutture non servono all'economia, lo sanno tutti. A quel punto il cavaliere è fritto, anche tenendo conto delle condanne che la magistratura gli farà arrivare. Grillo dal canto suo potrà affrontare le nuove elezioni, che comunque si faranno, libero dal sospetto di aver voluto salvare il mostro di Arcore e con una patente di “serietà” e “responsabilità”. Certo, a quel punto non sarà più l'alternativa AL sistema, l'uomo che spara contro tutti; sarà un nuovo Travaglio, un nuovo Ingroia, una piccola, misera, alternativa NEL sistema, ma forse il merito di aver fatto fuori Berlusconi, e di aver impeduto il presunto "incicucio" fra PD e Pdl potrebbe compensarlo, nell'immediato.
Si tratta di fantasie? Forse si, e forse no. Certo, ci sono tante variabili in gioco, a partire dalla unità del PD e dei grillini. Però, è bene iniziare ad prendere in seria considerazione l'ipotesi che si potrebbero affrontare le prossime elezioni con un paese allo stremo ed una democrazia ridotta all'ombra di se stessa: Berlusconi in prigione, la magistratura ancora più onnipotente, un capo dello stato che tutto sarebbe meno che un arbitro imparziale, una economia agonizzante. Ma non sono le sorti della democrazia nè lo stato dell'economia a preoccupare i Bersani ed i Grillo, e i tanti altri imbecilli forcaioli di casa nostra. Preoccupano invece chi non intende rinunciare alla propria libertà.
Ci aspettano tempi molto duri, è bene che lo sappiamo, tutti.

Nessun commento:

Posta un commento