“La pace è più importante della libertà”. Questa, riassunta in uno slogan, la “summa” teorica dei cosiddetti neutralisti, quelli che “condannano”, bontà loro, l’intervento (intervento, non aggressione) russo in Ucraina, ma nel contempo sono contro l’invio di armi in Ucraina perché in questo modo… “si prolunga la guerra”.
Dunque, la pace è più importante della libertà. Per verificarlo facciamo un piccolo esperimento mentale.
Un tiranno a capo del paese X pretende di annettersi il paese A. Il presidente di A dice: “la pace è più importante della libertà”, si dimette ed A viene annesso ad X.
Il simpatico tiranno fa lo stesso con B, C eccetera, alla fine il paese X è al centro di un immenso impero. Bello vero?
Ma non basta. Il tiranno amante della pace detesta certe categorie di cittadini e, non appena è a capo del suo enorme impero, inizia allegramente a massacrarli. I governanti dei paesi non ancora annessi ad X potrebbero cercare di impedirglielo, ma sono ferventi seguaci della filosofia secondo cui “la pace è meglio della libertà” quindi non muovono un dito. E così decine, centinaia di milioni di innocenti vengono assassinati, nel silenzio, nella PACE.
Bello vero? Si, bellissimo e moralmente ineccepibile.
Applicato alla vita di tutti i giorni questo nobile principio, “la pace è meglio della libertà”, potrebbe dare vita a situazioni interessanti. Vedo un bruto che violenta una bambina, ma non intervengo. La pace è meglio della libertà, anche della libertà di uscir di casa senza venir stuprata. Bello vero?
E ciò che vale per lo stupro potrebbe valere per il furto, la rapina, il pestaggio di un vecchio, addirittura l’omicidio. Tizio spara a Caio. Perché mai dovrei intervenire? Se intervengo la violenza continua, ci sarebbero altre vittime. Quindi lascio che Tizio spari a Caio, poi, magari a Sempronio. La pace è più importante della libertà, perbacco.
Ma, a parte ogni considerazione etica, è realistico questo nobile principio? Evita davvero la guerra?
NO, ovviamente. NO, perché non siamo tutti uguali per fortuna. E ci potrebbe essere, anzi, di certo c’è qualcuno che non ci sta. C’è qualche stato che rifiuta di farsi annettere, qualche popolo che rifiuta di perdere la libertà, sceglie di combattere. Ed allora si arriva comunque alla guerra. Ma ci si arriva nelle condizioni peggiori. Perché nel frattempo il prepotente è diventato più forte, si è armato meglio, ha acquisito maggior sicurezza nelle sue forze e quando finalmente lo si affronta lo si fa nelle condizioni peggiori. E la guerra che alla fine scoppia diventa terribilmente dura e sanguinosa.
Le mie non sono semplici elucubrazioni mentali. Quando Hitler invase la Renania sarebbe bastato l’invio di un paio di divisioni francesi per sconfiggerlo. Si preferì lasciarlo fare. E si preferì lasciarlo fare quando iniziò in grande stile il riarmo della Germania, annesse l’Austria, e poi i Sudeti, e poi tutta la Cecoslovacchia. Fino a quando si arrivò comunque alla guerra. Nelle condizioni peggiori.
E, anche se in tanti non lo ricordano o fingono di non ricordarlo, nella storia reale, non negli esperimenti mentali, ci sono numerosissimi casi di massacri immani avvenuti nella PACE, nel silenzio assordante del mondo. Anche se avvenuta in tempo di guerra la Shoah non aveva nulla a che fare coi combattimenti. E i genocidi messi in atto dai vari Stalin, Mao e Pol Pot avvennero tutti in tempo di pace. Fra l’indifferenza di tutti coloro che mettono il quieto vivere al posto di comando. Nel corso dello scorso secolo il mondo ha visto in tre occasioni ricomparire il cannibalismo. In Cambogia fra 1975 al 1979. In Cina al tempo del gran balzo in avanti, fra il 1958 ed il 1961, ed in Ucraina, si UCRAINA, nel 1932 – 33, al tempo della collettivizzazione forzata dell'agricoltura.
Milioni di persone morirono in tempo di PACE, padri e madri folli per la fame divorarono i figli, ed i figli i genitori. Ma… la pace è più importante della libertà, perbacco.
Una considerazione finale. Sbaglio o molti di coloro che strillano che “la pace è più importante della libertà” esaltano la resistenza antifascista? E le brigate internazionali che combatterono in Spagna? Non si trattava di guerra in quei casi?
Lo so, chiedere un minimo di coerenza a certi figuri è davvero esagerato.
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