Prima di invadere l’Ucraina la Russia ha aggredito, val la pena di ricordarlo, la Cecenia e la Georgia.
Nel 2014 la Russia ha aggredito per la prima volta l’Ucraina, le ha strappato la Crimea ed ha finanziato la guerriglia separatista nel Donbass.
Putin avanza pretese su regioni filorusse della Moldavia. Protesta perché gli stati baltici sono nella Nato, pretende di discutere la collocazione internazionale di Svezia e Polonia.
E intanto la Cina, lasciandosi alle spalle i tentativi di apparire “neutrale”, si schiera apertamente dalla sua parte. Guardando a Taiwan.
Questa la situazione, che ricorda tragicamente altri periodi della nostra storia.
Qualcuno dice: quello è un pazzo, dobbiamo cedere se no scatena l’inferno nucleare.
Ma, tralasciando qualsiasi altra considerazione, è sensato assecondare un pazzo?
Quali garanzie, quali assicurazioni può dare un pazzo? Quale negoziato è possibile con un folle?
Se davvero Putin è pazzo va fermato il prima possibile, proprio perché un pazzo può compiere atti folli in qualsiasi momento, quali che siano le cose che ha ottenuto. Il problema è semmai COME fermarlo, riducendo al minimo i rischi.
In realtà Putin NON è pazzo. Ha i suoi obiettivi e cerca di raggiungerli. Si assume dei rischi calcolati fidando nella debolezza e nella crisi strutturale dell’occidente.
Proprio perché NON è pazzo si può trattare con lui, ma non dargli ciò che vuole, cedendo ai suoi ricatti. Se lo si fa lo si rende solo più arrogante e pericoloso e, soprattutto, si incoraggiano le mire espansive del suo principale alleato, il gigante asiatico.
E si porta davvero il mondo sull’orlo del baratro.
Oggi i meno realisti di tutti sono precisamente coloro che si credono “realisti”. Sedicenti “saggi” come l’irriconoscibile Vittorio Feltri. Persone pateticamente simili a pugili suonati.
Per loro si può salvare la “pace” in un solo modo: dare a Putin, domani a Xi Jinping, tutto ciò che vogliono…
La storia si ripete.
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