La disonestà intellettuale consiste nel
mascherare discorsi chiaramente incoerenti o non rispondenti ai fatti in
maniera tale che l'incoerenza o la non rispondenza ai fatti vengano ad
essere celate. Si avvale di diverse tecniche, qui ne saranno esaminate
alcune.
Una prima tecnica può essere definita ELIMINAZIONE DELLE PREMESSE.
Se affermo: Tutti i genovesi sono italiani, Giovanni
è genovese”, DEVO concludere “Giovanni è italiano”. Se, date le
premesse, concludessi: “Giovanni è australiano” la mia incoerenza
sarebbe compresa da chiunque avesse una anche minima capacità di
pensare. Però, se elimino le premesse e mi limito a dire: “Giovanni è
australiano” il mio errore potrà essere compreso solo da chi sa che
Giovanni è genovese e che tutti i genovesi sono italiani.
Ieri sera
ho ascoltato per una mezz'oretta alcuni sapientoni che discettavano in
TV sulla crisi politica. Il rappresentante del PD, interrogato dal
moderatore sul perché il suo partito non voglia accordi di nessun tipo
col Pdl, ha risposto: “Il Pdl ha fatto cadere il governo Monti, non ci
può essere accordo con loro”. Se questo tipino, non ricordo chi fosse,
avesse esplicitato le premesse del suo discorso avrebbe dovuto dire:
“Noi del PD siamo disposti a collaborare solo con chi ha dato prova di
responsabilità appoggiando il governo Monti; Il Pdl ha appoggiato in
maniera reticente il governo Monti, infatti alla fine lo ha fatto
cadere, Il movimento di Grillo ha sparato a zero sin dall'inizio sul
governo Monti, QUINDI noi vogliamo collaborare con Grillo e non col
Pdl”. Se si fosse espresso in quel modo il tipetto avrebbe dimostrato di
saper dire solo incoerenti idiozie, ma le incoerenti idiozie vanno mascherate, per questo ha ELIMINATO LE PRESMESE, sperando che
il suo discorso non apparisse contraddittorio.
La eliminazione
delle premesse è spesso collegata ad un'altra tecnica, potremmo
definirla OCCULTAMENTO DELLA PREMESSA VERA. Torniamo al tipino di ieri
sera. Se questo mister X fosse una persona intellettualmente onesta
avrebbe dovuto rispondere alla domanda del moderatore affermando: “Noi
non vogliamo nessun accordo col Pdl perché ODIAMO BERLUSCONI, lo
vogliamo eliminare dalla scena politica, se possibile vogliamo
eliminarlo dalla scena tot court, quindi siamo disposti ad allearci con
chiunque pur di far fuori il cavaliere”. Se avesse detto questo però la
sua faziosità sarebbe apparsa troppo smaccata, quindi ha modificato la
premessa del suo discorso, tirando in ballo la caduta del governo Monti.
Un'altra tecnica del discorso disonesto consiste nella RIMOZIONE DEL
PASSATO. Si tratta, molto semplicemente, della cancellazione tutto ciò
che è avvenuto fino a ieri se questo può contraddire le proprie presenti
prese di posizione. Sono in moltissimi nel PD ad esprimere in questi
giorni la propria “indignazione” per la piccola manifestazione fatta dal
Pdl al palazzo di giustizia di Milano. Ed anche Grillo si unisce al
coro degli "indignati", e tutti insieme strillano contro gli "eversori".
Però Grillo ha partecipato a manifestazioni violentissime contro il TAV,
e Bersani è salito sui tetti di facoltà universitarie occupate
(occupare una università è REATO, per la cronaca), e in passato
moltissimi che oggi militano nel PD o a sinistra hanno tuonato contro
giudici e magistratura. Tutto eliminato, tutto rimosso. Il disonesto
intellettuale vive in una sorta di eterno presente, non ha un passato,
non ha una storia, non ha ricordi. Si limita a strillare, oggi, qui ed
ora.
Quando però la operazione di eliminare il passato non
riesce il disonesto intellettuale dispone di un'altra tecnica: LA DOPPIA
MORALE. “I giudici non si criticano” strilla il disonesto mentale. “Ma
tu, proprio tu li hai criticati eccome, fino a ieri” replica il suo
interlocutore. A questo punto il disonesto non può più rimuovere il
passato quindi afferma trionfante: “Ma i miei erano nobili motivi, i
tuoi invece sono abbietti”. Prima si nega ogni legittimità
alla critica dei magistrati, subito dopo si afferma che certe critiche
invece sono non solo legittime ma doverose. E perché mai certe critiche
sono “doverose”? Semplice, perché è lui, proprio lui, il disonesto
intellettuale, a muoverle. Ciò che io faccio è buono perché lo faccio io.
Tutto parte da qui, dalla pretesa di porre se stessi a parametro di ciò
che è giusto o sbagliato, buono o cattivo.
Orribile pretesa, fondamento di ogni totalitarismo.
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