I latini lo definivano “argumentum stultorum”, l'argomento degli stolti. Consiste nel considerare vera o falsa, buona o cattiva una asserzione a seconda di chi la pronuncia.
Tizio dice: “due più due fa quattro” e tutti approvano, Caio dice la stessa cosa e tutti si rivoltano indignati: “ma no! Due più due fa cinque, lo sanno tutti!”
Sembra incredibile ma da quasi venti anni la vita politica, economica, sociale del nostro sciagurato paese ruota intorno a questo “argomento”. Esiste una parte degli italiani che è contraria a qualsiasi proposta faccia una certa parte politica solo perché è quella parte politica a farla, meglio, solo perché a farla è l'uomo che guida quella parte politica.
Ovunque nel mondo si è contro un certo politico perché quel politico fa cose che si ritengono, a torto o a ragione, sbagliate. In Italia non è così: non ci si oppone a Berlusconi perché fa certe cose, ci si oppone a certe cose perché è Berlusconi a farle.
Qualcuno obietta: “Berlusconi è un criminale, è giusto opporsi a lui per quello che lui è, indipendentemente dagli atti politici che compie”. Questo discorso però rovescia la realtà. Chi lo fa ritiene Berlusconi un criminale perché lo odia, non lo odia perché lo ritiene un criminale.
Anche oggi, in un momento drammatico per il paese, l'argomento degli stolti ci tiene imprigionati.
Il PD rifiuta ogni alleanza col Pdl, rifiuta addirittura di parlarne. “Le distanze fra noi sono siderali”, dicono i suoi leader. Strano che non trovino siderali le distanze da Grillo che li definisce “malati di mente” e li invita ad andare a casa, accompagnati dalle amorevoli cure di un neurologo.
Le distanze fra PD e Pdl esistono, ovviamente, e meglio sarebbe che uno solo di questi partiti governasse, rispettando l'altro ed ottenendo dall'altro pari rispetto, così funziona la democrazia liberale. Ma oggi non è possibile che uno solo di questi partiti governi, quindi una qualche forma di accordo fra loro è necessaria, a meno di non voler andare a votare fra due mesi, con tutti i rischi annessi e connessi. Ciò che rende siderali le distanze fra i due partiti è la pregiudiziale del PD, la non legittimazione del Pdl come partito pienamente legittimato a guidare il paese, se gli elettori gliene danno la forza. Di nuovo, ciò che blocca tutto è L'ARGOMENTO DEGLI STOLTI.
Fino a quando saremo condizionati da gente che ritiene che due più due fa quattro se lo dice Bersani, mentre fa cinque se lo dice Berlusconi?
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